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Green Retail  - Gap scuola-lavoro, l’esempio di Roncadin per trovare manutentori
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Persone & Imprese A cura di: Fabrizio Vallari

Gap scuola-lavoro, l’esempio di Roncadin per trovare manutentori

Coinvolgere gli studenti con visite in fabbrica, interattività e social.

L’azienda di pizze surgelate di Meduno (PN) collabora con le scuole del territorio, tra visite, degustazioni e gadget che mettono alla prova le abilità degli studenti, stimolando anche la condivisione sui social network.

Come interessare i giovani a un lavoro difficile e ingiustamente poco ambito, quello di tecnico manutentore degli impianti produttivi, di cui c’è grande bisogno in tutte le aziende manifatturiere? Una ricetta al passo con i tempi viene da Roncadin, azienda friulana specializzata nelle pizze surgelate di alta qualità: visite alle linee di produzione, approfondimenti stimolanti sugli impianti, dialogo con chi lavora sul campo e, sul finale, una piccola sorpresa che punta sull’interattività e sulla creatività degli studenti, perfetta per essere condivisa anche sui social network stimolando il passaparola. Nel polo produttivo di Meduno (PN) le attività con le scuole sono riprese a pieno ritmo dopo lo stop imposto dalla pandemia, e l’amministratore delegato Dario Roncadin è felice di aver riaperto le porte agli studenti: «Come moltissime realtà industriali italiane abbiamo il problema del forte gap scuola-lavoro che allontana i giovani da alcune carriere e rende molto difficile trovare manodopera qualificata. Il mondo della formazione deve impegnarsi, ma anche le aziende devono fare la loro parte, e noi abbiamo attivato un progetto che va oltre il semplice pubblicizzare le posizioni aperte» commenta Roncadin, che con la sua società produce 100 milioni di pizze all’anno e dà lavoro a quasi 800 persone.

I ragazzi dell’ultimo anno degli istituti professionali, accompagnati dai loro docenti, vengono accolti in Roncadin con un percorso in grado di coinvolgerli e presentare in modo completo l’ambiente di lavoro. Il tutto si conclude con la consegna di un gadget particolare: un apribottoglia unico nel suo genere, perché fatto di componenti realizzati direttamente dal comparto tecnico di Roncadin, e che i ragazzi devono assemblare da sé, se vogliono gustare le pizze Roncadin con la loro bevanda preferita. Sulla confezione del piccolo regalo c’è anche l’invito a condividere il risultato finale su Instagram taggando il profilo dell’azienda, stimolando il passaparola. Non è un semplice gioco fine a sé stesso,spiega sempre Dario Roncadin: «Per rendere davvero utili queste esperienze dobbiamo parlare il linguaggio dei ragazzi ed essere coinvolgenti. Non basta comunicare solo le posizioni aperte, bisogna spiegare anche l’ambiente e i valori Roncadin, quali opportunità di crescita professionale ci sono e come seguiamo le nostre persone. Il bello del lavoro, insomma. Solo così le aziende come la nostra possono far sì che i giovani si interessino a mestieri poco conosciuti, ma che possono dare grandi soddisfazioni».

Uno dei punti di forza su cui ha voluto fare leva l’azienda friulana è infatti l’elevato know-how nell’ambito della meccanica e dell’automazione destinate alle macchine produttive, attività che vengono svolte anche internamente da tecnici manutentori qualificati che devono dare prova di creatività e problem solving. L’altro è la valorizzazione delle persone, da sempre uno dei pilastri dell’attività di Roncadin, Società Benefit che in ambito HR ha fatto molte scelte innovative in modo da attrarre e mantenere talenti in una zona, quella pedemontana della provincia di Pordenone, che da anni è soggetta a spopolamento. Un efficace sistema di job posting interno, canali di comunicazione con l’uso di app innovative, formazione continua e un Piano Talent dedicato all’accrescimento delle soft skill in affiancamento a progetti di conciliazione famiglia-lavoro, a un CRAL molto attivo e alla volontà di mantenere sempre un filo diretto tra lavoratori e direzione. I nuovi entrati in azienda, infatti, possono sempre partecipare a “Un caffè con Dario”, cioè fissare un incontro a tu per tu con l’amministratore delegato. «Sono momenti preziosissimi – conferma Dario Roncadin – perché nessun piano di sviluppo può andare a buon fine se non si ascoltano le persone».

       
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