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Green Retail  - Bofrost: celle frigorifere aperte per salvare le opere d'arte alluvionate
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Persone & Imprese A cura di: Fabrizio Vallari

Bofrost: celle frigorifere aperte per salvare le opere d'arte alluvionate

E per la Romagna parte una raccolta fondi tra i clienti: «anche il semplice resto della spesa può aiutare a fare la differenza» - afferma Gianluca Tesolin, amministratore delegato di Bofrost Italia.

Cordata di solidarietà tra i dipendenti, con donazione di ore di ferie ai colleghi alluvionati.

Camion refrigerati e celle frigorifere di Bofrost già disponibili e pronte ad accogliere e a mettere in sicurezza testi antichi, manoscritti, cinquecentine e volumi in carta e pergamena che si trovano nella biblioteca diocesana di Forlì e che dopo l’inondazione sono impregnati di acqua e fango, quindi ad altissimo rischio di deterioramento, perché in 48 ore si sviluppano funghi che compromettono definitivamente i manufatti. In questi casi, l’unico modo per salvare le opere d’arte è quello di inserirle in apposite buste e portarle il più velocemente possibile a bassissima temperatura, così da fermare lo sviluppo fungino e permettere di procedere in un secondo momento ai delicati e particolari trattamenti per il restauro.

«Abbiamo subito risposto positivamente alla richiesta dal vescovo di Forlì, monsignor Livio Corazza, che è originario di Pordenone e sa che in questi casi mettiamo sempre a disposizioni le nostre attrezzature, che sono all’avanguardia nel campo della surgelazione e del mantenimento della catena del freddo anche in mobilità», spiega Gianluca Tesolin (nella foto), amministratore delegato di Bofrost Italia. Che aggiunge: «e siamo già da alcuni giorni anche in contatto e a disposizione della Sovrintendenza archivistica e bibliografica dell'Emilia Romagna e con l'unità di crisi del coordinamento regionale del ministero della Cultura dell'Emilia Romagna, per contribuire al salvataggio delle opere d’arte di altri siti storici, come l'archivio municipale di Sant'Agata sul Santerno, in provincia di Ravenna».

A disposizione dell’opera di recupero e conservazione, oltre alla sede centrale e a varie filiali territoriali, concorre anche la sede di Forlì di Bofrost Italia. «Qui siamo stati fortunati, perché la nostra struttura è leggermente rialzata rispetto alla strada che si era trasformata in un fiume di acqua, fango e detriti e che è arrivato a una manciata di centimetri dal livello del nostro ingresso, per cui all’interno della sede non abbiamo avuto danni -racconta Andrea Gori, area manager di Bofrost-. Operativamente stiamo ripartendo a rilento, perché i danni sono enormi e sotto le strade spesso il terreno non tiene più e si cominciano a formare delle voragini, così sono proprio moltissime le arterie urbane e le strade di collegamento tra i paesi che sono transennate e non percorribili perché pericolanti. Disagi, anche se in misura minore, li registriamo anche per le sedi di Bologna e Fano. Tornando a Forlì, tra la nostra quarantina di collaboratori alcuni sono stati sfollati e tanti altri sono stati alluvionati, c’è chi ha perso tutto e chi ha visto le proprie autovetture trascinate via dall’acqua, così sono subito partite iniziative di solidarietà tra i dipendenti della filiale».

Ma Bofrost Italia è una grande famiglia e la cordata a favore dei colleghi colpiti si è subito allargata. «Oltre a un intervento diretto dell’azienda, abbiamo immediatamente approvato la possibilità per ogni nostro dipendente di donare ore di ferie ai colleghi che sono stati alluvionati - spiega Tesolin. Inoltre, come spesso facciamo in situazioni simili, abbiamo avviato una raccolta di fondi tra tutte le famiglie italiane nostre clienti. Dal momento che sono convinto che in casi come questi anche il semplice resto della spesa può aiutare a fare la differenza, raccogliamo donazioni anche solo di 50 centesimi, che poi saranno devolute alla Caritas a sostegno degli interventi in terra di Romagna».

       
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