Fabrizio Vallari
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Greenpeace sul rinnovo del glifosato: «si è persa l’occasione per vietare questo pericoloso erbicida»
Nelle scorse settimane, una petizione di Greenpeace Italia aveva raccolto oltre 120 mila firme di cittadine e cittadini che chiedevano di non rinnovare l’autorizzazione a questo pericoloso erbicida.
Nemmeno in sede di Comitato d’Appello è stata raggiunta una maggioranza qualificata, né a favore né contro il rinnovo all’utilizzo dell’erbicida glifosato, nella votazione che si è svolta a Bruxelles da parte dei delegati degli Stati membri. Spetterà ora alla Commissione UE, entro il prossimo 15 dicembre, rinnovare per altri 10 anni l’autorizzazione per l’impiego del glifosato nell’Unione europea. L’Italia si è astenuta (insieme ad altri sei Paesi, tra cui Francia e Germania), mentre lo scorso 13 ottobre aveva votato a favore del rinnovo.
«Questo è un giorno triste per l’Europa, poiché si è persa l’occasione di vietare un erbicida che comporta rischi per la salute ed effetti tossici sull'ambiente che non possono più essere ignorati», dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura di Greenpeace Italia. «Il governo italiano ha ora il dovere di fare il possibile a livello nazionale per proteggere la salute dei cittadini e l’ambiente dal quale tutti noi dipendiamo». L'azienda chimica tedesca Bayer, che produce il glifosato, ha recentemente perso tre cause legali di risarcimento contro persone malate di cancro negli Stati Uniti, che imputano la malattia all'esposizione al Roundup, un diserbante a base di glifosato.
All'inizio di novembre, la Rete europea di scienziati ENSSER ha espresso serie riserve sulla proposta della Commissione Europea di rinnovare l’autorizzazione per il glifosato. Secondo l'ENSSER, proponendo di autorizzarne nuovamente l'uso, la Commissione non ha applicato il principio di precauzione, poiché non ha tenuto conto di tutti gli effetti negativi segnalati in merito all’impiego di questo erbicida. Una ricerca sul glifosato e connessioni con il morbo di Parkinson, pubblicata sulla rivista medica Lancet lo scorso 7 novembre, suggerisce, sulla base di studi sugli animali, che potrebbe esserci un collegamento tra il rapido aumento dei casi di morbo di Parkinson e l'esposizione all’erbicida. L'articolo sottolinea anche l'inadeguatezza delle attuali normative sui pesticidi per proteggere la salute del cervello.