Fabrizio Vallari
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Le comunità energetiche potrebbero generare una riduzione di Co2 di 1,35 milioni di tonnellate e un beneficio economico tra 1,3 e 1,5 miliardi di euro
L’analisi Accenture - Agici studia il ruolo e le potenzialità che lo sviluppo che le comunità energetiche potranno avere nel percorso di transizione energetica del Paese.
Con 5 GW di potenza installata, le comunità energetiche potrebbero generare una riduzione di CO2 di 1,35 milioni di tonnellate e un beneficio economico tra i 1,3 e 1,5 miliardi di euro. Sono questi i risultati emersi dal working paper “Modelli per promuovere le comunità energetiche: un’opportunità per le utilities” condotto da Agici e Accenture e presentato nella cornice di Palazzo Clerici a Milano, in occasione dell’evento “Nuove utilities per nuove clienti: vendita, servizi e comunità energetiche rinnovabili”.
L’analisi, presentata nel corso del Workshop dell’Osservatorio Utilities Agici-Accenture giunto quest’anno alla sua ventitreesima edizione, analizza il ruolo e le potenzialità che lo sviluppo che le comunità energetiche potranno avere nel percorso di transizione energetica del Paese. Dal working paper emerge come l’Italia, dove sono presenti 86 comunità energetiche – di cui solo 30 attualmente attive – sia in “ritardo” rispetto al resto d’Europa, che presenta già circa 9.000 comunità energetiche, con Germania e Danimarca pionieri nel settore. Per raggiungere i 5 GW di potenza installata, a fronte dei 60 MW attuali, all’Italia è richiesta un’accelerazione nella creazione e nello sviluppo delle comunità energetiche per adeguarsi alla Renewable Energy Directive della Commissione Europea, con l'obiettivo di raggiungere il 32% di consumo energetico da fonti rinnovabili entro il 2030. Questo comporterebbe un beneficio economico fino a 1,5 miliardi di euro e un risparmio di CO2 pari a 1,35 milioni di tonnellate.
“In un contesto in cui la transizione verso forme di produzione e consumo più sostenibili è diventata una delle grandi priorità dei nostri giorni ed in presenza di importanti capitali messi a disposizione attraverso i fondi del PNRR e GSE, riteniamo che ci siano quattro i fattori che possono accelerare la strategia energetica del Paese, in un approccio sistemico. Si tratta delle comunità energetiche, delle Utilities, delle PMI e del digitale - ha dichiarato Claudio Arcudi (nella foto), Responsabile dell’Industry Group Energy e Utility di Accenture in Europa Le comunità energetiche, infatti, possono permettere alle PMI del nostro territorio di collaborare per produrre, consumare e condividere con la comunità dove operano l’energia prodotta da fonti rinnovabili, attraverso uno o più impianti energetici installati nelle vicinanze. Nello stesso tempo, le comunità energetiche costituiscono un’importante opportunità per le Utilities, che hanno le capacità e le conoscenze necessarie ad indirizzare un approccio industriale in grado di contribuire al raggiungimento degli obiettivi previsti dal piano energetico nel nostro Paese e sono i player più adatti a realizzare e gestire il nuovo servizio. Abilitatore di questo modello sono le tecnologie digitali, che garantiscono la misurabilità delle performance e una gestione efficace di queste infrastrutture distribuite”.
A seguito della presentazione dell’analisi si sono svolte due tavole rotonde incentrate sulla centralità che le nuove utilities ricopriranno nel processo di transizione ecologica, a fronte anche dei forti mutamenti in corso nel mercato dell’energia dopo lo scoppio della guerra in Ucraina.
“Anche quest’anno lo studio condotto insieme ad Accenture, con cui siamo felici di rinnovare la nostra proficua collaborazione, ha voluto mettere a fuoco le principali tendenze e dinamiche in corso nel settore delle utilities. In questo senso, la scelta di volgere lo sguardo alle comunità energetiche è apparsa naturale per le enormi potenzialità che queste hanno nella transizione verso fonti rinnovabili, favorendo la partecipazione dei cittadini al sistema energetico” ha dichiarato Marco Carta, amministratore delegato di Agici.
L’evento ha costituito inoltre l’occasione per la consegna dei Premi Manager Utilities “Andrea Gilardoni” 2022, giunto alla sedicesima edizione. Per il premio Energia sono risultati vincitori ex aequo Giuseppe Argirò, Amministratore Delegato di CVA, e Stefano Venier, amministratore delegato di Snam. Ad Argirò la giuria ha motivato il riconoscimento “per l’accelerazione impressa alla crescita di CVA e delle rinnovabili”, a Venier “per le azioni messe in campo volte a garantire la sicurezza energetica del Paese”. A ritirare il Premio Servizi Pubblici è stato invece Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A, premiato “per gli investimenti record di A2A nella transizione ecologica”.
Questa edizione, inoltre, ha visto l’introduzione di un nuovo riconoscimento, intitolato “L’energia di domani: il futuro è donna”, destinato alle professioniste under 40 attive nel settore dell’energia e delle utilities. Il premio, istituito con l’obiettivo di riconoscere e incoraggiare l’eccellenza femminile in un settore in cui la presenza delle donne nelle posizioni di vertice è ancora bassa, è stato assegnato a Nicole Della Vedova, Head of Corporate and Structured Finance di Enel. A Della Vedova la giuria ha riconosciuto l’impegno “nella promozione della finanza sostenibile a livello globale”.
“Questa giornata segna un momento importante per noi, grazie all’introduzione del premio «L’energia di domani: il futuro è donna». Con questo riconoscimento Agici, da sempre osservatore del mondo che cambia, intende dare il suo contributo per favorire la crescita professionale delle figure femminili nel mondo delle utilities: in un settore sempre più proiettato verso la sostenibilità, la parità di genere non può essere trascurata” - ha concluso Chiara Gilardoni, Business owner & Ceo di Agici.