Fabrizio Vallari
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Carni, salumi e sostenibilità, a che punto sono le imprese italiane
I risultati dell’indagine di Altis-Università Cattolica, Valore Impresa Sostenibile e Osservatorio europeo per l’agricoltura sostenibile.
Nonostante l’elevata attenzione di consumatori e policy-maker, sono ancora poche le imprese con strategie sostenibili di comunicazione e di rendicontazione. L’indagine di Altis, Vis e Opera - Università Cattolica.
Nella filiera delle carni e dei salumi la sostenibilità fatica ancora a farsi strada. Nonostante l’elevata attenzione di consumatori e policy-maker, in Italia solo il 30% delle aziende adotta approcci sostenibili strutturati in fatto di pianificazione strategica, rendicontazione, comunicazione. Tuttavia, quasi la metà delle imprese sembra aver colto le potenzialità del digitale, visto che presenta una sezione del sito dedicata alle tematiche sostenibili.
A realizzare una vera e propria mappa delle pratiche sostenibili virtuose già diffuse nel settore, e di quelle da attuare, è la nuova indagine interdisciplinare realizzata da ALTIS, Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica in collaborazione con il progetto interfacoltà VIS – Valore Impresa Sostenibile e OPERA - Osservatorio europeo per l’agricoltura sostenibile, che ha fotografato le strategie di sostenibilità comunicate da un campione di 46 aziende di dimensioni medio-grandi appartenenti alla filiera.
Solo per 1 impresa su 3 la sostenibilità è strategica: il percorso di integrazione è in pieno svolgimento
La quota di imprese che appare oggi pienamente consapevole di come la sostenibilità possa essere un vantaggio competitivo e un asset strategico di crescita è rilevante, ma ancora minoritaria (30,4%). Al contrario, la maggioranza delle aziende del campione (69,6%) porta avanti attività e iniziative di sostenibilità legate a un numero ristretto di tematiche, in modo per lo più informale e frammentario.
La maggioranza del campione si trova ancora nelle prime fasi di integrazione della sostenibilità nella strategia aziendale: sono 18, pari al 39,1%, le realtà che identificano obiettivi specifici di miglioramento delle performance ESG, segno di una riflessione approfondita sugli impatti delle attività.
Sono le grandi imprese quelle che evolvono con maggiore facilità agli stadi in cui la sostenibilità corporate è più avanzata, strutturata e innovativa, ma sono significative anche le esperienze di PMI che si stanno proponendo come leader nel comparto.
La comunicazione è diffusa, ma poco sistematica
Tra le 46 imprese del campione, sono nove (pari al 19,6%) quelle che hanno pubblicato un report di sostenibilità o ambientale, in otto casi su base volontaria. Emerge quindi una sensibilità crescente dell’intero comparto, ma ancora embrionale rispetto alle esigenze e necessità dei consumatori, dei cittadini, dei clienti industriali e di tutti gli altri portatori di interesse. Più diffusa la comunicazione via web, tanto che quasi la metà delle imprese (47,8%) presenta una sezione del sito dedicata alla sostenibilità.
Se il 56,5% comunica informazioni riguardo a più della metà delle tematiche ambientali, sociali e di governance (ESG) individuate come rilevanti per il settore, l’attenzione delle imprese converge però sulle aree relative alla filiera (87,2%) e ai prodotti e relazioni con i consumatori (80,2%), a discapito dei temi ambientali (46,8%) e di governance aziendale (44,7%).
Si delinea, così, una visione della sostenibilità incentrata sulla dimensione produttiva, sulla sicurezza alimentare e sull’identità territoriale dei prodotti, valori storicamente radicati nel settore.
Il report completo è disponibile gratuitamente per il download sul sito altis.unicatt.it.