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Green Retail  - Ripensare le filiere agroalimentari: intervista a Giacomo Pedranzini
Giacomo Pedranzini, AD Kometa e fondatore Honest Food
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Human&Green Retail Forum 2024 A cura di: Domenico Canzoniero

Ripensare le filiere agroalimentari: intervista a Giacomo Pedranzini

Giacomo Pedranzini, amministratore delegato di Kometa e fondatore di Honest Food, sarà protagonista dello Human&Green Retail Forum il 16 ottobre a Milano. In questa conversazione con Domenico Canzoniero - titolare NDB Il marketing Consapevole e socio PLEF con ha ideato il Forum - Pedranzini ci anticipa i temi che discuterà al tavolo “Filiera agroalimentare e ruolo del retail” coordinato da Armando Brescia.  

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Domenico: Buongiorno Giacomo, grazie per essere qui con noi oggi. Tra pochi giorni sarai uno dei protagonisti dello Human&Green Retail Forum a Milano, dove interverrai al tavolo “La filiera agroalimentare e il ruolo del retail”. Quale messaggio porterai al forum?

Giacomo: Buongiorno Domenico, sono onorato di partecipare a questo importante evento. Parlerò della necessità di ripensare le filiere agroalimentari, ricercando una via mediana tra l'agricoltura convenzionale, troppo industrializzata, e quella biologica, troppo costosa. Con l'associazione Honest Food, promuoviamo la produzione di cibo di qualità, cioè buono, salubre e accessibile nel prezzo, assieme a un regime alimentare improntato al buonsenso e basato sulla dieta mediterranea. Al forum sottolineerò anche il ruolo cruciale della grande distribuzione nel determinare il giusto valore dei prodotti, bilanciando la responsabilità sociale di mantenere i prezzi accessibili con la necessità di evitare pressioni eccessive sui produttori, col rischio che il conto di questa pressione al ribasso sui prezzi venga pagato dagli anelli più deboli della filiera.

Domenico: A proposito di analisi della filiera, so che stai lavorando alla creazione di un osservatorio permanente. Ne parlerai al forum?

Giacomo: Certamente. In collaborazione con l'Università Cattaneo di Castellanza, stiamo creando un osservatorio permanente per analizzare la distribuzione del valore lungo la filiera agroalimentare. Parlerò dell'importanza di adottare un approccio scientifico condiviso per l'analisi dei dati, sottolineando la necessità di accettare compromessi ragionevoli tra diverse metodologie. Inviterò tutti i soggetti della filiera, dai produttori ai distributori, ad unirsi all'osservatorio per contribuire con i propri dati ed esperienze, al fine di creare una base di conoscenza condivisa e affidabile per l'intero settore agroalimentare.

Domenico: Uno studio del 2019 di Ambrosetti sulla filiera agroalimentare estesa ha evidenziato una distribuzione del valore piuttosto sbilanciata: all'agricoltura resta solo un 17%, mentre all'industria va il 43%, al retail l'11% e ai grossisti intermediari quasi il 20%. Ritieni che si debba intervenire per riconsiderare questa ripartizione?

Giacomo: Assolutamente sì. I dati di Ambrosetti mostrano valori molto diversi e sembrano indicare uno squilibrio reale nella distribuzione del valore. Ma bisogna andare un po' più a fondo. Al forum sosterrò con forza la necessità di interventi per riequilibrare questa situazione, esaminando, per esempio, con maggiore trasparenza il ruolo degli intermediari. Dobbiamo chiederci se quel 20% da loro trattenuto sia giustificato dal valore che apportano, o se parte di quelle risorse potrebbero essere redistribuite a monte, verso l'agricoltura, per favorire innovazione e investimenti. A volte gli intermediari forniscono servizi utili, a volte meno. In ogni caso, ritengo che negli ultimi decenni il valore del cibo, ma anche del lavoro sia stato troppo svilito. Il cibo di qualità deve avere prezzi accessibili, non prezzi bassi! E le famiglie devono poter mangiare cibo di qualità non perché costa poco, ma perché aumentiamo gli stipendi dei lavoratori, rivalutando prima di tutto il lavoro fisico. E per fare questo credo che anche l'industria e il retail debbano fare la loro parte, riconoscendo un prezzo più equo ai produttori e investendo sulla qualità e la sostenibilità delle filiere.

Domenico: Questo dal lato dei consumatori condurrebbe anche a fare una riflessione sul mangiare meno, mangiare meglio, come imparare a privilegiare la qualità insomma. E questo è anche uno degli elementi della proposta che presenteremo al forum. Green Retail è una proposta per sperimentare un nuovo ruolo del retail nell'aiutare le persone a fare scelte di spesa più sostenibili e salutari, ad esempio promuovendo la dieta mediterranea e incoraggiando un minore consumo di carne. Tu che sei un produttore di carne, cosa ne pensi?

Giacomo: Da produttore sono consapevole che negli ultimi decenni abbiamo forse esagerato con un consumo eccessivo di carne, troppo spesso di bassa qualità. Questo pone problemi sia ambientali che di salute. Tuttavia, credo che la carne di qualità, consumata nelle giuste quantità e proveniente da allevamenti che rispettano il benessere animale e l'ambiente, rimanga una componente essenziale in una dieta bilanciata. Condivido quindi la necessità di orientare le persone verso un consumo di carne più consapevole, attento alla qualità e alla sostenibilità. Allo stesso tempo, da imprenditore agricolo, vorrei sottolineare l'importanza di considerare l'equilibrio dell'intero sistema agricolo: gli allevamenti, se ben gestiti, svolgono un ruolo importante nel mantenere ecosistemi agricoli vitali e nel valorizzare terreni non destinabili ad altre colture. Auspico quindi un approccio equilibrato, che combini le esigenze di salute e ambiente con la necessaria attenzione alle specificità dell'agricoltura.

       
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