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Ambiente & Territorio A cura di: Fabrizio Vallari

Geografia e demografia dell’investire green

Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte sono sul podio delle regioni più “verdi”, Marche, Toscana e Friuli-Venezia Giulia le più “pink”.

L’84,5% degli investitori e l’87,3% dei capitali investiti provengono da 8 regioni ben definite. A metterlo in evidenza è Ener2Crowd.com nel suo Rapporto 2023 sul GreenVesting.

Ecco finalmente il nuovo rapporto sul GreenVesting di Ener2Crowd.com, la prima ed unica piattaforma di lending crowdfunding energetico ed ambientale: da oggi l’aggiornatissima «Geografia e Demografia dell’Investire Green» è infatti disponibile e scaricabile alla url www.sharing-media.com/geodemo23.pdf nella sua versione completa, arricchita da numerose grafiche esplicative.

Come dettagliato nel rapporto, sono 8 regioni ben definite a costituire la “Ener2Crowd Top-8”, rappresentative dell’84,5% degli investitori “verdi” e dell’87,3% dei capitali investiti nella “Green Economy”. Le rimanenti 12 regioni assorbono invece appena il 15,5% degli investitori ed il 12,7% dei capitali.

A guidare la classifica troviamo proprio la Lombardia, da dove provengono il maggior numero di investitori etici “GreenVestor” (29,1%) ed il maggior volume di fondi (35,4%) destinati ad una transizione energetica inclusiva e democratica. Ma sul podio ci sono anche l’Emilia-Romagna con il 12,4% di investitori ed il 12,4% di volume investito ed il Piemonte con il 12,2% di investitori ed il 10,7% di volume investito.

Queste 3 regioni insieme al Veneto - che si posiziona al quarto posto con l’8,5% di investitori ed il 10,9% di volume investito - costituiscono la “Ener2Crowd SuperTop-4”, concentrando il 62,2% degli investitori ed il 69,4% dei capitali investiti.

Dopo di esse troviamo il Lazio al quinto posto con il 7,4% di investitori ed il 12,4% di volume, la Toscana (sesta con il 6,1% di investitori ed il 6,9% di volume), la Sicilia (settima con il 5,5% di investitori ed il 3,3% di volume) e la Campania (ottava con il 3,3% di investitori ed il 2,3% di volume).

Se invece si considera il capitale medio pro-capite investito, a guidare la classifica sono la Liguria con 15.791 euro pro-capite, la Valle d’Aosta con 15.250 euro, il Molise con 14.465 euro ed il Veneto con 11.169 euro. Mentre solo quinta si classifica la Lombardia con una media pro-capite di 10.626 euro, che comunque è quasi il doppio di quella del Lazio, in decima posizione con “appena” 6.512 euro pro-capite.

In mezzo ci sono la Toscana (sesta con 9.867 euro pro-capite), l’Emilia-Romagna (settima con 8.760 euro pro-capite), il Friuli-Venezia Giulia (ottava con 8.123 euro pro-capite) ed il Piemonte (nona con 7.670 euro pro-capite).

«Da notare però come in Toscana, nelle Marche e nel Friuli-Venezia Giulia, le donne impieghino un capitale medio pro-capite di gran lunga superiore a quello degli uomini, confermandosi le regioni più “pink” della rivoluzione energetica. Mentre più indietro di tutte nella parità di genere sono il Molise, la Puglia, la Valle d’Aosta, la Sardegna ed il Trentino-Alto Adige» puntualizza Giorgio Mottironi, Cso e Co-Founder di Ener2Crowd.com.

L’investimento pro-capite femminile in Toscana è incredibilmente elevato: 29.781 euro contro i 5.533 euro degli uomini; ed è altissimo anche nelle Marche (20.787 euro contro una media maschile di 3.315 euro) e nel Friuli-Venezia Giulia (14.768 euro contro i 7.086 euro degli uomini).

Nel rapporto ci sono poi tutti i volumi e gli indicatori del GreenVesting di Ener2Crowd, che facendo un bilancio al 31/12/2022 ha sostenuto progetti per un volume totale di 13,2 milioni di euro, con fondi provenienti esclusivamente da soggetti «non professionali» e «non istituzionali»: piccoli investitori e risparmiatori che si sono incontrati nel mettere a disposizione le proprie risorse per un futuro di maggiore disponibilità e migliore accesso per tutti a risorse ecosistemiche fondamentali per una vita dignitosa, in equilibrio con gli ecosistemi naturali.

Dal punto di vista dei benefici ambientali, grazie alle 5.600 ton CO2 abbattute, ogni euro investito ha prodotto una riduzione di emissioni di CO2 pari a 0,46kg per ogni anno di durata del finanziamento.

In quanto poi al ritorno economico, il rendimento medio offerto da tutto il portafoglio, escludendo bonus e promozioni, si è attestato al 6,3% lordo annuo. La redistribuzione si è attestata a 2,16 milioni di euro, cifra che ha garantito una crescita della ricchezza impiegata pari al 16%.

Taglia media di investimento del GreenVesting. Gli italiani che hanno deciso di prendere parte alla rivoluzione energetica attraverso Ener2Crowd hanno già compiuto 10.418 operazioni di investimento, con un media di circa 1.100 euro ciascuna. La media è stata di 290 operazioni al mese, circa 10 operazioni al giorno. La maggior parte di tali operazioni si sono concentrate in una fascia ben precisa che ne racconta l’impiego come un vero e proprio strumento di risparmio, tramite il metodo dell’accumulo progressivo o PAC (Piano di Accumulo del Capitale), con il 76,5% delle operazioni che si sono concentrate nella fascia 100-1.000 euro ed il 57% nella fascia 100-500 euro. Molti investitori hanno inoltre utilizzato il metodo dell’interesse composto, ovvero reimpiegando progressivamente i capitali e gli interessi che vengono restituiti su base trimestrale dai vari progetti finanziati, attivando in pratica un PIAC (Piano Incrementale di Accumulo del Capitale) e potendo così aumentare la redditività totale dei propri investimenti di circa il 25%.

Genere e fasce d’età del GreenVesting. L’attività di investimento sostenibile paga ancora un gap di genere importante: nonostante le donne abbiano impiegato una quantità di capitali leggermente superiore a quella degli uomini (+10%), nel complesso meno di 1 GreenVestor su 6 è di genere «femminile».

Dal punto di vista delle fasce di età, la distribuzione di utenti ed i volumi investiti riflettono quella della ricchezza in un Paese dalla caratteristiche prevalentemente «gerontocratiche»: il 55% degli investitori ha meno di 44, e l’80% meno di 54 anni, ma il 65% dei fondi allocati sono riconducibili a soggetti con più di 45 anni.

Nella fascia di età 18-24 anni, la media di capitali investiti è meno della metà di quella nella fascia 35-44 anni ed un quarto della fascia d’età 45-64 anni.

È interessante notare infine come l’11% dei volumi proviene da persone over-65, i quali registrano la più alta media di capitali procapite: 14.261 euro, rivelando un forte interesse per le tematiche che toccheranno il futuro, tempo delle «generazioni a venire», testimoniando la necessità di creare un’eredità positiva su cui fondare la loro esistenza ed un esempio da continuare e seguire che possa essere recuperato dai più giovani.

       
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