Fabrizio Vallari
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Farchioni 1780 è capofila del progetto INNO.V.O in Umbria
Una selezione di cultivar che possono rappresentare la base varietale su cui rifondare l’olivicoltura dell'Umbria, al fine di renderla più eco-sostenibile e competitiva.
Questo il risultato principale del progetto INNO.V.O. – “Sviluppo di varietà alternative per affrontare le nuove sfide dell’olivicoltura”, del PSR per l’Umbria 2014/2020, Sottomisura 16.2.1. Il progetto, realizzato in Umbria, ha visto la partecipazione di Farchioni 1780, l’azienda agraria con sede a Gualdo Cattaneo, in provincia di Perugia. Il progetto ha esplorato il territorio olivicolo umbro per raccogliere e identificare tante varietà locali sconosciute, rare, abbandonate o neglette. Queste varietà sono poi state moltiplicate e messe a dimora in campo, per valutarne tutte le caratteristiche.
Il progetto ha poi selezionato e disegnato nuove varietà ideali dell’olivicoltura del futuro. Attingendo alle risorse genetiche olivicole autoctone dell’Umbria, e grazie all’applicazione di tecnologie genomiche, bio-molecolari e biotech, il progetto INNO.V.O. ha consentito di selezionare cultivar che potranno rappresentare la base varietale su cui rifondare l’olivicoltura della nostra regione, più eco-sostenibile, più bio-diversa, più competitiva e genuina.
Al progetto - presentato nel corso di un webinar ospitato dal Salone agricolo di Mastri Birrai Umbri a Gualdo Cattaneo il 24 marzo scorso - hanno contribuito istituti di ricerca quali l’Istituto di Bioscienze e Biorisorse del CNR di Perugia, il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università di Perugia e la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, con la partecipazione e l’impegno di tante aziende olivicole. E’ stato presentato anche il progetto Life Cycle Assessment delle filiere olivicole-olearie e vitivinicole consociando specie zootecniche negli oliveti per aumentare la sostenibilità ambientale ed economica delle aziende”, realizzato da Golca Umbria, una rete di 19 imprese del mondo agroalimentare locale. Un progetto determinante per la creazione di una filiera ecosostenibile di aziende locali nel settore olivicolo-oleario, vitivinicolo, zootecnico e forestale.
Grazie all’approccio adottato le aziende partecipanti hanno oggi le basi necessarie per la certificazione dell’impronta ambientale (secondo la norma ISO/TS 14067) dei propri prodotti. Questo tramite la quantificazione delle rimozioni nell’ambiente durante i processi aziendali e la valutazione dei crediti di carbonio generati dallo stoccaggio del carbonio delle piante. Un progetto molto innovativo perché il conteggio delle emissioni di CO2 associate al ciclo produttivo è effettuato con il bilanciamento del carbonio sequestrato in campo ed in azienda grazie ad esempio alle aree boschive.
L’altro aspetto fortemente innovativo riguarda il ruolo che, anche sul piano nazionale, possono avere gli assorbimenti di carbonio da parte di molte specie tipiche e peculiari dell'agricoltura italiana, come le pecore e i polli. Tra i risultati principali: ben 12 aziende agricole umbre, tra il 2017 e il 2019 hanno ridotto le emissioni di anidride carbonica dei loro prodotti; altre 11 aziende hanno generato crediti di carbonio; più di 5mila tonnellate di carbonio stoccato nelle piante di altre 10 aziende.