Fabrizio Vallari
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Cartiere Carrara: non basta piantare un albero per fare la differenza
Negli ultimi anni, si è sempre più affermato il trend della riforestazione come gesto di cura per il Pianeta.
Piantare alberi, tuttavia, non sempre è la scelta più sostenibile, come afferma Mario Carrara, Vicepresidente di Cartiere Carrara: “Piantare un albero non è sempre l’evoluzione naturale dell’essere sostenibili: è necessario investire in progetti di riforestazione consapevoli, che tengano presenti tutte le necessità che richiede la loro cura continuativa in termini di estensione e resilienza. Ad oggi, manca ancora troppo spesso la consapevolezza: se è vero che piantare nuovi alberi è un grande aiuto per l’ambiente, è altrettanto vero che una scorretta gestione di questi progetti può invece rappresentare un rischio per le piante e il loro ecosistema”.
I boschi, se ben curati, ricoprono un ruolo cruciale per il benessere globale e collettivo: secondo l’Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi forestali di Carbonio (INFC 2015), circa il 36,7% del territorio italiano ne è ricoperto. La Sardegna ha l’11,3% delle foreste italiane, seguita a breve distanza da Toscana (10,9%) e Piemonte (8,7%) le tre regioni più boscate del Paese.
Ed è proprio in Toscana che, dal 2020, Cartiere Carrara, dopo aver ridotto fortemente l’impatto della produzione, porta avanti due importanti progetti di riforestazione, per mitigare ulteriormente la propria impronta ambientale e salvaguardare la biodiversità: Kilometroverde Lucca, in collaborazione con Rete Clima, e Piantagioni Policicliche, in collaborazione con Compagnia delle Foreste. I due progetti contribuiscono attivamente alla fissazione ed assorbimento della CO2, e alla riqualificazione di terreni in prossimità degli stabilimenti aziendali oggi spogli, anche attraverso il ripristino di una tipologia forestale autoctona ma oggi ormai rara in Toscana: il querco-carpineto.
“Dietro la messa a dimora di queste piante, c’è assai di più: studio, innovazione, sperimentazione e passione per ciò che facciamo ci consentono di prenderci cura nel modo migliore possibile di quelli che saranno i boschi e le foreste di domani, soprattutto nei primi tre – cinque anni di vita, i più importanti e al contempo delicati. È proprio in questo periodo, infatti, che le piante attecchiscono al meglio, e hanno poi la possibilità di continuare a svilupparsi autonomamente con poche cure colturali, che vengono attuate in caso di obiettivi produttivi specifici”, continua Mario Carrara.
Con i suoi progetti, Cartiere Carrara ha messo a dimora piante di oltre venti specie arboree e arbustive diverse, selezionando con attenzione lo spazio da dedicare a ciascuna di esse così che possano svilupparsi secondo le proprie caratteristiche e produrre al meglio i benefici attesi da ciascun soggetto, incrementando al tempo stesso la biodiversità dell’area.