A poco più di un anno dall’avvio, il progetto Generazione G, promosso da Prénatal in collaborazione con MOIGE, ha raggiunto 572 famiglie in 15 regioni italiane.
Nella sua seconda fase operativa, la rete di sostegno alla genitorialità si consolida come un’esperienza strutturata di prossimità, che integra ascolto, relazioni di fiducia e interventi personalizzati.
L’iniziativa si rivolge a nuclei fragili, selezionati in base a fattori economici, sociali e relazionali, e propone un accompagnamento in presenza che ha coperto l’85% degli interventi realizzati. Tra gli obiettivi principali: ridurre l’isolamento, favorire relazioni di prossimità e rafforzare la fiducia nei percorsi genitoriali. Le attività si svolgono in collaborazione con una rete di 70 genitori esperti provenienti da ambiti professionali diversi – pedagogia, sanità, psicologia, mediazione familiare – in grado di offrire supporto qualificato e flessibile.
Un intervento strutturato per bisogni relazionali, educativi e pratici
Dall’analisi condotta nel corso del progetto, il fabbisogno più rilevante è legato al sostegno emotivo e relazionale (40%), seguito dalla cura della salute e dalla gestione dei primi mesi di vita del bambino (19%). A questo si affiancano percorsi pratici, come corsi di disostruzione pediatrica, laboratori esperienziali e consulenze personalizzate.
Tra i risultati documentati, si registrano 58 nuove nascite accompagnate dal progetto, un dato che segnala non solo il coinvolgimento effettivo dei nuclei familiari, ma anche l’impatto della presenza relazionale sul benessere e sulla fiducia delle coppie.
Generazione G: modello operativo e potenziale di replica
Oltre agli interventi sul campo, è attiva una valutazione di impatto strutturata in collaborazione con l’Università La Sapienza, finalizzata a misurare il valore sociale generato. I primi esiti, rilevati da ITCI, indicano miglioramenti nella percezione delle competenze genitoriali e nella qualità della relazione intra-familiare.
Generazione G si propone oggi come un esempio operativo di modello di prossimità replicabile, che integra attori pubblici e privati in una logica di co-progettazione. In un contesto nazionale segnato dalla denatalità e dalla frammentazione delle reti di supporto, l’iniziativa rappresenta un’esperienza concreta per rafforzare l’infrastruttura sociale di base attraverso interventi localizzati e misurabili.