L’Osservatorio Supply Chain Planning 2025 della School of Management del Politecnico di Milano fotografa una “nuova normalità” fatta di volatilità e rischi.
Pur monitorando gli alert (82%), solo 1 azienda su 10 ha aggiornato i modelli con piani di contingenza strutturati; l’approccio preventivo riguarda il 26% delle grandi imprese e il 5% delle PMI. Il panel analizzato comprende 271 aziende manifatturiere attive in Italia.
Trasformazione digitale: progressi tattici, ritardi strategici
Circa il 60% delle aziende ha avviato iniziative di trasformazione digitale e oltre il 60% gestisce internamente i progetti, valorizzando il capitale umano. Gli interventi dell’ultimo anno sono stati soprattutto tattici: risoluzione di problemi produttivi (15%) e aggiornamento degli algoritmi di previsione (10%) più che riprogettazione dei processi. Nei prossimi dodici mesi gli investimenti mirano a automazione dei processi (13%) — RPA per le PMI e Intelligent RPA per le grandi — e formazione del personale (11%) per competenze digitali e analitiche. «I dati mostrano risultati incoraggianti: il 69% delle grandi e il 64% delle PMI dichiara di aver raggiunto gli obiettivi dei progetti avviati. Per rendere duraturi i benefici, tecnologia e formazione devono avanzare insieme», afferma Matteo Sgatti, Regional Sales Manager di REMIRA Italia.
Persone, data governance e integrazione dei sistemi
La trasformazione della pianificazione si fonda sulle persone: oltre il 60% dei progetti è guidato da team interni, ma circa metà delle grandi imprese non investe ancora sullo sviluppo delle risorse di planning. Sul fronte data governance persistono lacune: >20% delle grandi e >40% delle PMI non ha regole formali di data ownership, con impatti su qualità dei dati e coerenza dei KPI. L’integrazione end-to-end tra ERP, WMS e TMS è raggiunta da un terzo delle grandi aziende e una PMI su cinque; molte realtà operano ancora con sistemi multipli poco connessi.
L’IA è poco diffusa: il 62% delle grandi e l’86% delle PMI non ha ancora implementato soluzioni. Dove presente, prevalgono analisi predittiva della domanda e automazione della lettura di testi; l’autonomous planning resta sperimentale. «La competitività dipenderà dalla capacità di combinare pianificazione strategica, gestione proattiva del rischio, automazione intelligente e formazione continua in ecosistemi sempre più interconnessi», conclude Matteo Sgatti.