Presentato a Bologna il nuovo rapporto realizzato da Censis per Camst Group in occasione degli 80 anni dell’azienda, lo studio “Il tempo e il cibo” analizza l’impatto dell’accelerazione digitale sulle abitudini alimentari e sulla qualità della vita.
I dati raccolti delineano una società che vive una costante carenza di tempo, ma che identifica nei momenti legati al cibo un potenziale punto di equilibrio tra benessere personale e relazioni sociali.
Il 76,7% degli italiani desidera più tempo per sé, in particolare per cucinare e mangiare con calma. La pausa pranzo emerge come momento strategico: non solo per il recupero fisico, ma come strumento di welfare aziendale.
Tempo e cibo: un equilibrio fragile
La ricerca evidenzia che il tempo medio dedicato alla pausa pranzo è di appena 24 minuti nei giorni lavorativi, mentre la cena si consuma in 32 minuti. Solo il 3,3% degli occupati riesce a superare l’ora di pausa. Nonostante ciò, l’86,7% la considera cruciale per il benessere personale e l’87,7% ne riconosce l’impatto positivo sulla produttività.
Le aziende che offrono spazi accoglienti, cibo sano e orari flessibili sono percepite come più attrattive: l’85% dei lavoratori valuta positivamente la presenza di aree ristoro ben organizzate. In questo contesto, la mensa aziendale diventa una vera e propria “caffetteria del benessere”, contribuendo alla fidelizzazione e al comfort organizzativo.
Convivialità e identità: il valore sociale del cibo
Il rapporto sottolinea il ruolo del cibo come leva culturale e relazionale: il 95,3% degli italiani attribuisce grande valore al tempo condiviso a tavola, mentre il 69,3% vorrebbe dedicare più tempo alla cucina e il 69,2% a una spesa consapevole. L’84,2% cerca contenuti sul tema online, ma nel quotidiano il tempo dedicato resta scarso. Questa discrepanza alimenta un senso di frustrazione e nostalgia: il 65,7% degli intervistati ritiene che un tempo si stesse più a lungo a tavola, specie in famiglia.
Un nuovo modello di qualità della vita
Lo scenario delineato dallo studio Camst–Censis invita a ripensare la gestione del tempo nei contesti lavorativi e privati. La richiesta implicita è chiara: rallentare per recuperare spazio mentale, relazionale e fisico. L’alimentazione consapevole e condivisa diventa così uno strumento per contrastare l’iperconnessione e le logiche della performance continua.
Per le imprese, offrire tempo e spazi adeguati per la ristorazione interna non è solo una questione logistica, ma un investimento in benessere organizzativo e produttività sostenibile. Un dato rilevante in un’epoca in cui le scelte di employer branding si giocano anche sulla qualità del tempo vissuto all’interno delle strutture aziendali.