Il decimo Rapporto ASviS fotografa un Paese in difficoltà su povertà, ecosistemi e governance. In un contesto globale drammatico, con 59 conflitti attivi e spese militari record, cresce l'urgenza di politiche capaci di prendersi cura delle persone e del pianeta.
Il Decimo Rapporto ASviS sullo sviluppo sostenibile, presentato alla Camera dei Deputati il 22 ottobre 2025, disegna una mappa impietosa dello stato di salute del nostro Paese rispetto agli Obiettivi dell'Agenda 2030. L'Italia peggiora in sei Obiettivi su 17 rispetto al 2010 e registra un aumento significativo solo per l'economia circolare. Un dato che assume contorni ancora più preoccupanti se confrontato con il quadro globale: solo il 18% dei Target dell'Agenda 2030 sarà raggiunto entro il 2030, mentre guerre, disuguaglianze e instabilità geopolitiche minano i progressi compiuti finora.
Un Paese che procede al rallentatore
I sei Obiettivi in cui l'Italia registra un peggioramento rispetto al 2010 tracciano il profilo di un Paese che fatica a garantire i diritti fondamentali: povertà, acqua pulita e servizi igienico-sanitari, riduzione delle disuguaglianze, vita sulla Terra, pace e istituzioni solide, partnership internazionale. Altri quattro Obiettivi rimangono stazionari, mentre i miglioramenti si concentrano su aree specifiche come istruzione, parità di genere, energia pulita, lavoro dignitoso, lotta al cambiamento climatico e vita sott'acqua.
Dei 38 Target specifici analizzati per l'Italia, solo undici (il 29%) sono raggiungibili entro il 2030, mentre ventidue (58%) non verranno raggiunti. Un divario significativo rispetto all'Unione Europea, dove il 58% dei Target risulta raggiungibile, sebbene anche l'UE mostri regressi preoccupanti su disuguaglianze, ecosistemi e cooperazione internazionale.
«L'Italia non è in una condizione di sviluppo sostenibile e continua a non dotarsi di politiche adeguate», ha dichiarato Enrico Giovannini, direttore scientifico dell'ASviS. «La sostenibilità viene percepita più come un fastidio che un investimento sul futuro, ma si tratta di un gravissimo errore. La mancanza di una strategia post-PNRR pone il nostro Paese in una condizione di estrema fragilità economica, sociale e ambientale».
Il contesto globale: conflitti e crisi umanitarie
Il Rapporto colloca le difficoltà italiane ed europee in uno scenario globale drammatico. Nel 2024 sono attivi 59 conflitti armati nel mondo, il numero più alto dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, con quasi 50mila vittime civili. Il numero di bambine, bambini e donne uccisi nel biennio 2023-2024 è quadruplicato rispetto al periodo precedente, con una concentrazione particolare a Gaza.
La spesa militare globale ha raggiunto il livello record di 2.700 miliardi di dollari e potrebbe più che raddoppiare entro il 2035. Parallelamente, il numero di persone forzosamente sfollate ha superato 123 milioni, raddoppiando in dieci anni per effetto di guerre e cambiamenti climatici. In un paradosso tragico, i fondi destinati al sistema delle Nazioni Unite sono diminuiti del 30% in due anni, impattando sulla vita di oltre 30 milioni di persone.
Per i Paesi in via di sviluppo, il costo annuale del servizio sul debito ha raggiunto il massimo storico di 1,4 miliardi di dollari, rendendo ancora più difficile investire in sviluppo sostenibile.
Le cinque leve trasformative e le sei aree strategiche
Di fronte a questo scenario, l'ASviS propone di attivare cinque "leve trasformative": governance anticipante, capitale umano, finanza sostenibile, cultura della sostenibilità e partnership strutturate. Queste leve devono agire su sei "aree strategiche":
- Salute, istruzione e competenze, con il rafforzamento del Sistema Sanitario Nazionale e un'educazione inclusiva
- Economia sostenibile e inclusiva, che favorisca lavoro dignitoso e riduca le disuguaglianze di genere
- Sistemi alimentari resilienti e agricoltura sostenibile, con particolare riguardo a giovani e donne
- Decarbonizzazione e accesso universale all'energia, incentivando rinnovabili ed efficienza energetica
- Città sostenibili, rigenerazione urbana e adattamento climatico
- Tutela dei beni comuni ambientali, in attuazione degli articoli 9 e 41 della Costituzione riformati nel 2022
Governance anticipante e Piano per l'Accelerazione Trasformativa
Il Rapporto evidenzia come l'attuazione dell'Agenda 2030 non appaia centrale nel disegno delle politiche pubbliche e come le misure adottate nel 2025 non imprimano l'accelerazione necessaria. In alcuni casi, risultano addirittura in contrasto con la Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile (SNSvS) 2022, adottata dal Governo nel settembre 2023 e poi «dimenticata».
«È necessaria una riforma complessiva della governance nazionale dello sviluppo sostenibile», ha sottolineato Giovannini. L'ASviS propone di completare la revisione della SNSvS entro l'inizio del 2026, definire il Piano per l'Accelerazione Trasformativa (PAT) entro la metà del prossimo anno e approvare un nuovo Piano Strutturale di Bilancio nel 2027, coerentemente con il Patto di Stabilità e Crescita europeo.
Il PAT, che il Governo italiano si è impegnato a definire in sede ONU nel settembre 2023, dovrebbe integrare i due principali strumenti strategici nazionali già esistenti: la SNSvS e il Piano Strutturale di Bilancio, assicurando coerenza tra obiettivi, risorse e tempi di attuazione.
Il ruolo della democrazia partecipativa
Tra le proposte del Rapporto rientrano quelle volte a rafforzare la partecipazione democratica e contrastare l'erosione della fiducia nelle istituzioni. «Rafforzare la democrazia è oggi una priorità», ha affermato Pierluigi Stefanini, presidente dell'ASviS. «È necessario promuovere processi partecipativi realmente inclusivi e garantire una governance multilivello che integri le competenze di istituzioni nazionali, regionali e locali».
Un'attenzione particolare viene rivolta alla Valutazione d'Impatto Generazionale (VIG), proposta dall'Alleanza da circa un decennio e ora in discussione parlamentare, volta ad analizzare gli effetti ambientali, sociali ed economici di lungo termine delle politiche pubbliche sulle giovani generazioni.
«L'Italia resta l'unico grande Paese europeo privo di una normativa che consenta il voto a distanza», ha ricordato Stefanini. «Va discusso al più presto il disegno di legge di iniziativa popolare sul voto fuorisede».
Un cambio di paradigma necessario
«L'Italia ha ancora l'opportunità di trasformare gli impegni assunti a livello internazionale in politiche capaci di incidere sulla vita delle persone», ha dichiarato Marcella Mallen, presidente dell'ASviS. «Come ASviS abbiamo da sempre uno sguardo attento ai giovani, orientato a promuovere un contesto di fiducia nei loro confronti, che li aiuti a mettersi in gioco e a farli sentire in grado di contribuire al miglioramento del mondo che li circonda».
Il Rapporto, realizzato con il contributo di centinaia di esperte ed esperti delle oltre 330 organizzazioni aderenti all'ASviS, rappresenta un appello concreto per un cambio di paradigma. Nonostante il quadro drammatico, la diplomazia internazionale continua a muoversi: il "Patto sul Futuro" del 2024 e "l'Impegno di Siviglia per la finanza allo sviluppo", approvato nel 2025 da oltre 150 Paesi, rappresentano segnali di un rinnovato impegno per la pace, la tutela dei diritti e la sostenibilità.
Prospettiva Human&Green
Il Decimo Rapporto ASviS conferma l'urgenza di un approccio che sappia integrare la tutela del benessere delle persone con quella del pianeta. Prendersi cura non è un optional, ma un imperativo strategico che richiede evidenze scientifiche, metriche condivise e una visione di lungo periodo capace di bilanciare le quattro dimensioni della sostenibilità: economica, ambientale, sociale e di governance.
In un contesto in cui il 50% delle emissioni dei consumatori europei deriva dalle scelte alimentari e in cui le malattie non trasmissibili legate alla dieta causano circa 100.000 morti l'anno in Italia, il retail e l'industria agroalimentare possono assumere un ruolo determinante nella transizione. Non più semplici spettatori, ma protagonisti attivi di un cambiamento che coniuga convenienza economica, salute pubblica e tutela ambientale.
Come ricordato da Enrico Giovannini richiamando gli articoli 9 e 41 della Costituzione riformati nel 2022, l'attività economica non può svolgersi in contrasto con la salute e l'ambiente. È un principio che deve guidare ogni scelta strategica, da quella del singolo cittadino a quella delle istituzioni nazionali ed europee.