L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite riconosce il modello alimentare mediterraneo come leva strategica per la trasformazione dei sistemi alimentari. Il 16 novembre sarà una giornata dedicata a promuovere salute pubblica, sostenibilità ambientale e resilienza delle comunità attraverso un patrimonio che integra scienza, cultura e sviluppo sostenibile.
L'Assemblea Generale delle Nazioni Unite si prepara ad adottare formalmente la risoluzione che istituisce il 16 novembre come Giornata Internazionale della Dieta Mediterranea. L'annuncio è arrivato al termine del negoziato sul testo, durante l'evento "Dieta Mediterranea: scienza, sostenibilità ed eredità culturale" organizzato da Italia, Libano e Marocco presso il Palazzo di Vetro di New York.
Il riconoscimento segna un passaggio cruciale: la Dieta Mediterranea non è più solo patrimonio culturale UNESCO, ma diventa strumento operativo di policy internazionale per affrontare le sfide dei sistemi alimentari globali. Un modello che integra salute pubblica, riduzione dell'impronta ambientale e resilienza economica delle comunità produttive.
La validazione scientifica come fondamento strategico
L'Ambasciatore Maurizio Massari, Rappresentante permanente d'Italia presso le Nazioni Unite, ha sottolineato la robustezza scientifica alla base del riconoscimento: «È ampiamente dimostrato dalla scienza e dall'accademia che la Dieta Mediterranea è uno stile di vita sano, che promuove salute, benessere e resilienza, riflettendo i valori culturali ed identitari dei territori».
La presenza all'evento di Antonia Trichopoulou, definita la "madre scientifica della Dieta Mediterranea" per oltre sessant'anni di ricerche, conferma la solidità delle evidenze accumulate. Un patrimonio di conoscenze che oggi diventa riferimento per orientare politiche alimentari su scala globale, con implicazioni dirette per la distribuzione moderna e l'industria agroalimentare.
Oltre il Mediterraneo: un modello replicabile
Il messaggio strategico dell'iniziativa ONU supera i confini geografici. Come evidenziato da Massari, l'istituzione della Giornata Internazionale «si propaga anche ad altre regioni del mondo, dando risalto al contributo delle diete tradizionali e dei prodotti locali, al ruolo che le tradizioni e le culture tradizionali svolgono nel plasmare non solo i sistemi alimentari, ma lo sviluppo sostenibile».
Questo approccio apre prospettive concrete per il retail: la valorizzazione di modelli alimentari basati su stagionalità, territorialità e ridotta trasformazione industriale non è più questione di nicchia, ma diventa riferimento istituzionale per la transizione verso sistemi di consumo più sostenibili. In Italia, infatti, il progetto Human&Green Retail Experience sta lavorando per tradurre questi principi in sistema operativo per la distribuzione moderna, in modo da aiutare le persone a mangiare meglio per la propria salute e quella del pianeta.
La governance del patrimonio: dal locale al globale
Le sette Comunità Emblematiche della Dieta Mediterranea – Agros (Cipro), Brač (Croazia), Koroni (Grecia), Chefchaouen (Marocco), Tavira (Portogallo), Soria (Spagna) e Pollica (Italia) – rappresentano laboratori territoriali dove il modello mediterraneo viene preservato e innovato. Dal 2022, il Segretariato Permanente coordinato da Pollica assicura il trasferimento intergenerazionale del patrimonio e la sua traduzione in pratiche scalabili.
Stefano Pisani, Sindaco di Pollica e Coordinatore del Segretariato, ha delineato la visione strategica: «La Dieta Mediterranea è molto più di un modello alimentare: è una visione innovativa orientata alla salute pubblica, una filosofia di vita ispirata ai principi dello sviluppo ecologico integrale, valori universali che diventano un modello concreto di sostenibilità».
Il contributo scientifico di Ancel Keys: dalla ricerca sul campo alla policy
Pollica rappresenta il territorio dove Ancel Keys ha condotto gli studi che hanno posto le basi scientifiche della Dieta Mediterranea. Dal 1998, il Museo Vivente della Dieta Mediterranea di Pioppi costituisce un presidio di ricerca e divulgazione, trasformando le evidenze scientifiche in pratiche territoriali replicabili.
Questo approccio dal basso, che parte dall'osservazione delle comunità reali, offre oggi un riferimento metodologico per il retail: comprendere i pattern alimentari sostenibili richiede l'integrazione tra ricerca scientifica, tradizioni locali e innovazione distributiva.
Implicazioni per i sistemi alimentari del futuro
La collaborazione tra FAO e UNESCO nel sostenere la risoluzione ONU segnala l'interesse delle organizzazioni internazionali per modelli alimentari che integrino obiettivi nutrizionali, ambientali ed economici. Per la distribuzione moderna e l'industria agroalimentare, questo significa che le metriche di sostenibilità non saranno più parametri volontari, ma riferimenti istituzionali per orientare assortimenti, pricing e comunicazione.
Il modello mediterraneo offre un framework già validato: riduzione dell'impronta carbonica attraverso prodotti vegetali e stagionali, prevenzione sanitaria con pattern nutrizionali scientificamente testati, valorizzazione economica delle filiere territoriali, trasmissione culturale che garantisce resilienza nel tempo.
Una leva strategica per la transizione ecologica
L'istituzione della Giornata Internazionale della Dieta Mediterranea rappresenta più di un riconoscimento simbolico. Costituisce la legittimazione istituzionale di un modello che può guidare la trasformazione dei sistemi alimentari, offrendo al retail strumenti concreti per anticipare le evoluzioni normative e le aspettative dei consumatori.
Come sottolineato da Pisani, «questo patrimonio si custodisce ogni giorno nelle nostre comunità, nei campi, nei mercati, nelle cucine e sulle tavole». La sfida per la distribuzione moderna è tradurre questa eredità in strategie operative che rendano le scelte sostenibili accessibili, convenienti e desiderabili per milioni di consumatori.