Green Retail  - Gli scatolifici italiani al test del PPWR: 92,5% di riciclo e 300 PMI pronte alla sfida
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News A cura di: Domenico Canzoniero

Gli scatolifici italiani al test del PPWR: 92,5% di riciclo e 300 PMI pronte alla sfida

La filiera del cartone ondulato si prepara al Regolamento Europeo sugli Imballaggi con performance ambientali già superiori agli standard richiesti. Trecento PMI territoriali dimostrano come il modello italiano di packaging sostenibile possa guidare la transizione verso materiali a basso impatto, trasformando un obbligo normativo in vantaggio competitivo.

La transizione verso imballaggi sostenibili trova nella filiera italiana del cartone ondulato un esempio di come economia circolare e competitività possano convivere. Con l'entrata in vigore dell'11 febbraio 2025 del Regolamento Europeo sugli Imballaggi (PPWR), il settore si presenta all'appuntamento normativo con credenziali ambientali già consolidate: 4,6 milioni di tonnellate di carta e cartone riciclate nel 2024 e un tasso di recupero del 92,5%, record assoluto tra tutti i materiali da imballaggio in Italia.

I numeri certificano un sistema industriale maturo. Su 13,9 milioni di tonnellate di imballaggi prodotti annualmente nel nostro Paese, il comparto carta e cartone contribuisce per il 15% alla raccolta europea complessiva, posizionando l'Italia ai vertici continentali per performance di economia circolare nel packaging. Un risultato reso possibile dall'integrazione virtuosa tra industria, sistema di raccolta differenziata e impianti di riciclo.

Un tessuto di PMI territoriali guida la sostenibilità

Al centro di questa eccellenza opera il comparto degli scatolifici trasformatori, rappresentato dall'Associazione Italiana Scatolifici: circa 300 aziende, prevalentemente PMI a capitale familiare distribuite su tutto il territorio nazionale, con particolare concentrazione in Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia-Romagna e Marche. Un sistema produttivo che genera 1,3 miliardi di euro di fatturato annuo, impiega oltre 5.000 persone e trasforma più di 2 miliardi di metri quadrati di cartone ondulato.

La dimensione territoriale costituisce un elemento distintivo del modello italiano. La capillarità della rete produttiva garantisce prossimità ai clienti e conseguente riduzione dell'impatto logistico, favorendo modelli di produzione just-in-time che minimizzano i costi di stoccaggio e le emissioni di trasporto. Un vantaggio competitivo che si traduce anche in ricadute occupazionali diffuse, con le oltre 5.000 persone impiegate distribuite in centinaia di comuni, spesso in aree non metropolitane dove queste realtà rappresentano datori di lavoro significativi.

Andrea Mecarozzi, presidente dell'Associazione Italiana Scatolifici, evidenzia il posizionamento strategico del settore: «Il nostro comparto rappresenta un'eccellenza che coniuga tradizione e innovazione, offrendo soluzioni di packaging funzionali e sostenibili con la flessibilità e l'orientamento al cliente che caratterizza le PMI italiane. Siamo un mondo di piccole e medie imprese sparse su tutto il territorio italiano, in prima linea nella transizione ecologica e fortemente radicate nel tessuto industriale dei vari distretti».

Materia prima seconda come standard produttivo

L'analisi della composizione produttiva rivela un sistema già strutturalmente orientato ai principi dell'economia circolare. L'80% della fibra utilizzata per produrre cartone ondulato proviene da materiale riciclato post-consumo, mentre il restante 20% deriva esclusivamente da foreste gestite in modo sostenibile secondo standard certificati. Una dotazione che colloca il cartone ondulato tra i materiali da imballaggio con il più elevato contenuto di materie prime seconde, ben prima dell'entrata in vigore degli obblighi del PPWR.

Sul fronte della progettazione, le aziende del settore hanno progressivamente adottato principi di eco-design, privilegiando soluzioni in monomateriale facilmente riciclabili, ottimizzazione delle grammature per ridurre l'uso di materia prima, e sistemi di incastro che minimizzano l'impiego di materiali accessori come nastri adesivi o punti metallici. Pratiche che diventeranno requisiti cogenti con il nuovo Regolamento, ma che rappresentano già oggi standard operativi consolidati.

Dal compliance normativo all'opportunità di mercato

L'impatto del PPWR sul settore del cartone ondulato si presenta quindi con caratteristiche peculiari. Molti dei requisiti che diventeranno obbligatori sono già implementati, come confermato da un recente studio interno dell'Associazione. «Il Regolamento Europeo, per quanto ci riguarda, andrà a inserirsi in uno scenario già fertile e pronto a ulteriori innovazioni sempre più sostenibili che comprenderanno anche la sostituzione di molti materiali da imballaggio impattanti dal punto di vista ambientale», sottolinea Mecarozzi.

Proprio questa capacità di anticipare gli standard normativi apre prospettive di crescita strutturale. La spinta europea verso packaging sostenibili accelera il processo di sostituzione materiale già in corso in numerosi settori merceologici, dove imballaggi in plastica, polistirolo o materiali compositi non riciclabili vengono progressivamente rimpiazzati da soluzioni in cartone ondulato.

Il settore dell'e-commerce rappresenta un driver di crescita significativo, con la sensibilità ambientale dei consumatori e le politiche di sostenibilità dei principali player della logistica che orientano le scelte verso imballaggi terziari e secondari in cartone. Nel retail alimentare si registra una progressiva migrazione verso packaging in fibra di cellulosa per prodotti ortofrutticoli freschi, mentre le soluzioni shelf-ready in cartone ondulato conquistano quote crescenti nella GDO grazie ai vantaggi logistici e di sostenibilità.

Le sfide dell'adeguamento per le PMI

Nonostante il vantaggio competitivo di partenza, il percorso di piena compliance al PPWR presenta complessità operative che richiedono accompagnamento. La dimensione medio-piccola delle aziende comporta minori risorse interne dedicate alla gestione della conformità normativa rispetto a grandi gruppi industriali integrati.

«La vera sfida per noi come associazione sarà agevolare tutte le prossime trasformazioni educando le nostre aziende e lavorando con il legislatore per ottenere l'attenzione e gli strumenti necessari per queste importanti, prossime evoluzioni», chiarisce il presidente dell'Associazione. Un impegno che si traduce in programmi di formazione sulle nuove disposizioni, sviluppo di strumenti digitali per semplificare la reportistica ambientale, e dialogo con le istituzioni per garantire che i decreti attuativi tengano conto delle specificità del comparto.

Un aspetto critico riguarda la misurazione e comunicazione delle performance ambientali. Il PPWR introdurrà obblighi di dichiarazione del contenuto riciclato e dell'impronta carbonica degli imballaggi, richiedendo sistemi di tracciabilità della materia prima seconda e metodologie di calcolo LCA standardizzate. Per PMI che hanno storicamente operato in catene di fornitura poco digitalizzate, l'adeguamento richiede investimenti tecnologici e organizzativi significativi.

Verso un riconoscimento del valore condiviso

Il posizionamento virtuoso del cartone ondulato nell'economia circolare europea crea le condizioni per una crescita qualitativa del settore italiano nei prossimi anni. La valorizzazione dell'identità di comparto passa attraverso il riconoscimento istituzionale delle specificità degli scatolifici trasformatori all'interno della più ampia filiera carta e cartone.

«Continueremo a lavorare per promuovere presso tutti gli stakeholder una filiera che genera valore economico, ambientale e sociale», conclude Mecarozzi, evidenziando l'impegno nel costruire relazioni strutturate con istituzioni, grande distribuzione e mercato internazionale. Un percorso che trasforma l'adeguamento normativo in opportunità strategica, dimostrando come sostenibilità ambientale certificata e competitività di mercato possano alimentarsi reciprocamente.

L'evoluzione tecnologica nella progettazione degli imballaggi, con software che ottimizzano le dimensioni riducendo gli sprechi, e lo sviluppo di finiture e trattamenti superficiali sostenibili che ampliano le possibilità applicative del cartone ondulato, rappresentano direttrici che potenzieranno ulteriormente il vantaggio competitivo della filiera italiana nel contesto europeo post-PPWR.