Green Retail  - Da Quantis un decalogo per ridurre gli impatti ambientali dell’e-commerce nel fashion
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Innovazione & Ricerca A cura di: Fabrizio Vallari

Da Quantis un decalogo per ridurre gli impatti ambientali dell’e-commerce nel fashion

La società analizza l’impatto ambientale di ogni fase dello shopping online e individua 10 buone pratiche per contenere le emissioni relative.

La fase più impattante è il packaging di consegna con il 75% delle emissioni di gas serra, seguito da spedizione e consegna con il 15%. La ricerca online del prodotto impatta per il 7%, la logistica dei resi per il 3%.

Quantis, società leader per la consulenza ambientale, in occasione del Black Friday 2022 ha individuato le buone pratiche per contenere l’impatto dell’e-commerce, stilando la classifica delle diverse fasi, dall’ordine, al packaging, alla consegna, ai resi, basandosi sulla sua ricerca “Sostenibilità: aggiungi al carrello. E-commerce nel settore fashion in Italia: buone prassi di sostenibilità nel contesto omnicanale”. Lo studio si concentra sulle emissioni di gas serra generate da un ordine di acquisto e-commerce di prodotti di abbigliamento, calzature o accessori moda, che preveda una spedizione di consegna al cliente con origine e destino in Italia.

Nello scenario di base, l’hotspot ambientale principale è rappresentato dal packaging di consegna, che determina il 75% delle emissioni di gas serra e rappresenta pertanto l’area su cui porre maggiore attenzione in termini di azioni e investimenti. La logistica di spedizione e consegna contribuisce al 15% delle emissioni di gas serra, considerando una spedizione via strada entro un raggio medio di circa 480 km dal consumatore. Lo shopping online, ovvero la ricerca del prodotto su siti web e-commerce e il completamento dell’acquisto da parte del consumatore, genera invece il 7% delle emissioni di gas serra. Assumendo un tasso di reso medio del 14%, la fase di reverse logistics contribuisce al 3% delle emissioni di gas serra.

La buona notizia è che i consumatori sono sempre più consapevoli dell’impatto ambientale dei propri acquisti, anche in Italia. Infatti, le stime di BCG sul prossimo Black Friday, previsto per il 25 novembre, suggeriscono la preferenza per acquisti più sostenibili, come indicato dalle preferenze dei due terzi dei consumatori italiani intervistati. Nello specifico, il 67% prediligerà la scelta di prodotti che durino di più nel tempo, il 63% comprerà meno articoli, mentre il 57% farà più attenzione alla policy delle aziende in materia di protezione dell’ambiente. Maggiore sensibilità anche per quanto riguarda le emissioni di CO2 e la social footprint, ossia la misurazione dell’impronta sociale di un prodotto attraverso l'analisi dell'organizzazione, delle persone e della filiera. Ciò significa che il 59% prediligerà l’acquisto da aziende locali, il 57% farà attenzione alla sostenibilità del packaging e il 54% comprerà più articoli con componenti riciclate.

Dalla ricerca quantitativa di Quantis inoltre emerge un ranking, posto in forma di decalogo, delle scelte che possono impattare sul miglioramento delle performance ambientali dell’e-commerce. Ciascuna di queste fa riferimento ad uno dei 4 ambiti menzionati: shopping on-line, spedizione e consegna, packaging, reverse logistics.

Le buone prassi sono le seguenti: Investire in sistemi di packaging riutilizzabili - Alleggerire il packaging - Investire in sistemi di packaging con materiali 100% riciclati - Privilegiare veicoli elettrici per spedizione e consegna last mile - Alimentare i fulfillment center con energia rinnovabile - Consegnare last mile con cargo bike - Ottimizzare le dimensioni dei contenuti e degli elementi del sito web - Incentivare modalità di consegna alternative più efficienti - Ridurre il numero dei resi - Promuovere la scelta di tempi di consegna più sostenibili

Il Direttore Quantis Italia Simone Pedrazzini commenta così la ricerca, anche all’indomani della sua partecipazione a Cop27 di Sharm El-Sheik: “L’attenzione alla sostenibilità è crescente e trasversale, a nostro parere, tra policy-maker, investitori, aziende e cittadini. Dal nostro osservatorio abbiamo il piacere di rilevare come alla percezione si stia sempre di più affiancando l’analisi, la quantificazione, come step preliminare all’implementazione di strategie di sostenibilità per i business. Questa consapevolezza degli impatti, sia in termini di cambiamento climatico che di altri indicatori – di biodiversità, di consumo di acqua e suolo, ad esempio - è fondamentale perché noi possiamo accompagnare e guidare i retailer del Fashion a costruire un circolo virtuoso costruttivo con brand e consumatori, per favorire l’evoluzione del sistema nella direzione della sostenibilità̀. Il nostro lavoro vuole supportare, a partire da metriche science-based, l’impegno del settore per ridurre l’impatto ambientale dell’e-commerce, attraverso l’esame di azioni concrete sugli hotspot nella specifica catena del valore, laddove sforzi mirati potranno generare progressi tangibili e misurabili”.