Green Retail  - I prodotti “amici” degli animali si fanno notare sugli scaffali di supermercati e ipermercati
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Innovazione & Ricerca A cura di: Fabrizio Vallari

I prodotti “amici” degli animali si fanno notare sugli scaffali di supermercati e ipermercati

La spesa degli italiani è sempre più rispettosa degli animali.

I prodotti quelli che presentano in etichetta un claim o una certificazione che attesta il rispetto degli animali sono 2.892 e, nell’anno terminato a giugno 2022, hanno sviluppato 1,7 miliardi di euro di vendite, in crescita del 3,3% rispetto ai dodici mesi precedenti.

È quanto emerge dalla dodicesima edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, che ogni sei mesi monitora l’evoluzione della spesa degli italiani incrociando le informazioni presenti sulle confezioni dei prodotti digitalizzate dal servizio Immagino con i dati elaborati da NIQ (NielsenIQ) su venduto e consumo nella Gdo.

Lo studio ha rilevato e analizzato sei tra claim e certificazioni di quest’area valoriale per individuarne la presenza negli store, l’entità delle vendite e il loro andamento. Complessivamente coinvolgono il 2,2% dei quasi 130mila prodotti di largo consumo (food & beverage, cura casa e cura persona) rilevati in quest’edizione e contribuiscono per il 4,3% al loro fatturato complessivo.

«Anno dopo anno, il carrello della spesa “rispettosa degli animali” continua ad arricchirsi di nuovi prodotti, grazie all’aumento dell’offerta proposta dalle aziende, sempre più sensibili al benessere animale», spiega Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy. «A trasferire quest’impegno ai consumatori sono soprattutto sei tra claim e certificazioni che attestano il rispetto degli animali, accomunati dall’aver ottenuto positive performance di vendita nell’arco dei dodici mesi rilevati da quest’edizione dell’Osservatorio Immagino».

Le crescite annue più significative sono state registrate dalla certificazione Asc (Aquaculture Stewardship Council), che è avanzata di +6,7%, arrivando a 43 milioni di euro di vendite realizzate da 59 prodotti, e dal claim “no cruelty”, che ha incrementato il giro d’affari del 6,7%, superando i 280 milioni di euro. “No cruelty” è anche l’indicazione più diffusa sulle etichette: l’Osservatorio l’ha trovata su 1.280 prodotti, pari all’1,0% del totale rilevato. Seconda per numerica è la certificazione Friend of the sea, con 648 prodotti (0,5% del totale) per un giro d’affari di oltre 553 milioni di euro (+0,2% annuo). Segue il logo Cruelty free, con 629 prodotti per quasi 61 milioni di euro di vendite (+0,4%).

Al quarto posto per numero di referenze c’è il claim “benessere animale”, individuato su 588 referenze, che però è il numero uno per valore delle vendite con 585 milioni di euro, il 6,5% in più rispetto all’anno precedente. È cresciuto dell’1,7% in dodici mesi il giro d’affari dei 441 prodotti certificati Msc (Marine Stewardship Council), che hanno superato i 466 milioni di euro di vendite.

Accanto a queste referenze che indicano in etichetta l’attenzione al benessere animale, l’Osservatorio Immagino analizza anche le proposte che sono prive di componenti di origine animale, monitorando il claim “vegano”: si trova su 3.554 prodotti (3,9% del totale) che hanno sviluppato 980 milioni di euro, in calo annuo dell’1%, a causa della contrazione della domanda (-9,9%).