Conad ha ospitato i protagonisti del Grande Viaggio Insieme per un momento di riflessione per cementare il ruolo di impresa e punto di riferimento delle comunità.
C’è un’Italia che va oltre le statistiche e le facili schematizzazioni. È l’Italia “post crisi” che tanti imprenditori, associazioni e rappresentanti del terzo settore stanno costruendo pezzo dopo pezzo, lavorando per la rinascita dei territori in un’ottica di sostenibilità e di coesione sociale, fornendo un importante contributo alla crescita e al benessere delle comunità di riferimento. Sono uomini e donne come il presidente della Sartoria Eugubina Rudy Severini, che ha affiancato e sostenuto una trentina di lavoratrici nella fondazione dell’azienda manifatturiera dopo la chiusura della fabbrica in cui lavoravano; o Giancarlo Carena, presidente della cooperativa sociale agricola Monte San Pantaleone, che a Trieste lavora all'inserimento lavorativo delle persone svantaggiate. O, ancora, Luciana Delle Donne fondatrice della cooperativa leccese Officina Creativa, che impiega le detenute nella realizzazione di manufatti utilizzando materiali di recupero, o Francesco Guglielmi, il “sindaco imprenditore” di Perinaldo, piccolo comune dell’entroterra ligure, che ha individuato nella valorizzazione del borgo e delle produzioni distintive locali una via per la ricostruzione dell’economia locale e della comunità.
Sono alcune delle tante testimonianze ascoltate a Milano, all’evento Tessiture sociali - La comunità, l’impresa, il mutualismo, la solidarietà organizzato da Conad alla Fabbrica del Vapore con il patrocinio del Comune di Milano e in collaborazione con l’istituto di ricerca Aaster. Storie che danno la misura di quanto esista un’Italia che lavora – e scommette su se stessa – per lasciarsi alle spalle la crisi, ponendo la relazione con la persona al centro della propria attività, sia essa imprenditoriale, professionale o di volontariato.
L’incontro arriva a chiusura di un percorso intrapreso da Conad tre anni fa, un viaggio itinerante nell’Italia dei mille campanili per intercettare le spinte di rinnovamento che si muovono nella società italiana in questi tempi di profondi mutamenti economici e sociali. Il Grande Viaggio Insieme Conad, “gran tour” tra le piazze del Bel Paese, è partito nel 2015 e ha chiuso l’edizione 2017 lo scorso settembre. Nell’ultimo anno si è arricchito di un momento di approfondimento e analisi, una serie di incontri/dibattiti durante i quali il gruppo della distribuzione si è confrontato con 140 attori locali tra sindaci, imprenditori, professionisti, rappresentanti delle associazioni, del volontariato, coinvolgendo oltre 10 mila persone. Il tour chiude questa fase facendo tappa a Milano, dove Conad ha voluto accanto a sé gli attori più significativi di questo percorso, con l’obiettivo di riascoltare le voci di chi sta costruendo il presente e il futuro nei propri luoghi di appartenenza. Ad accogliere gli ospiti, moderati da Gad Lerner, il sociologo e direttore del Consorzio Aaster Aldo Bonomi, che ha realizzato un’indagine per ognuna delle comunità protagoniste Il Grande Viaggio Insieme, e l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese. Un’altra parte della giornata, invece, è stata dedicata all’approfondimento sui temi della prossimità e della competitività, con la conduzione di Antonio Calabrò e la partecipazione, al fianco di Francesco Pugliese e di Aldo Bonomi, di Carlo Borgomeo, presidente Fondazione Con il Sud; Francesco Caio, consigliere per le reti ministero Sviluppo Economico; Pasquale Carrano, presidente gruppo Mph.
Dalle voci e dai racconti è emerso lo spaccato di una società più consapevole, che si sforza di affrontare le sfide del presente impostando modalità di rilancio nuove, improntate alla valorizzazione delle persone e delle tipicità del luogo, ma riuscendo a sconfinare dagli ambiti ristretti del localismo. È il modello di sviluppo a cui sin dalla sua nascita si ispira Conad, consorzio di cooperative di dettaglianti che conserva intatto nel suo Dna i principi del mutualismo e della partecipazione. Per questa ragione ha voluto racchiudere queste testimonianze in un unico racconto, che diventa occasione per ridiscutere il ruolo del mondo produttivo nella società, con tutte le responsabilità che questo ruolo comporta, con la volontà di fare un altro passo avanti verso la responsabilità sociale.
Conad ha destinato nel 2016 più di 28 milioni di euro ad attività di responsabilità sociale, promuovendo uno sviluppo più equilibrato dei territori, ponendo una particolare attenzione alle fasce bisognose di popolazione e valorizzando le migliori esperienze locali. «I valori dello stare e del costruire insieme sono principi fondanti ed elemento di continuità della nostra storia, una storia fatta di migliaia di dettaglianti che sono parte integrante delle comunità, ne condividono i problemi e le prospettive come cittadini prima ancora che come imprenditori», ha dichiarato l’amministrare delegato di Conad Francesco Pugliese. «A chiusura del grande viaggio che ha portato Conad tra le persone, vogliamo promuovere nuove occasioni di crescita, confronto e socialità sostenendo i progetti finalizzati a condividere i valori della comunità e contribuire alla soddisfazione dei bisogni delle persone che la compongono, ad assumere in maniera più completa la nostra parte di responsabilità nella rinascita del Paese. Un Paese che da troppo tempo è senza validi modelli di riferimento in un contesto in cui la tenuta sociale e la capacità di fare inclusione e coesione sono sempre meno prerogativa dello Stato e sempre più della comunità o dell’azienda. Vogliamo diventare sempre più protagonisti nella vita delle Comunità consapevoli che per questo Conad deve creare sia un valore economico, generato dalla competizione sul mercato, che un valore sociale, basato invece sulla condivisione con le Comunità stesse».
«La dimensione comunitaria dello sviluppo è entrata, da almeno un decennio, in una fase di dolorosa ma proficua trasformazione, alla ricerca di nuove strade che le permettano di uscire dalla crisi causata dai modelli di sviluppo globalizzato. Mentre questo processo di metamorfosi è in atto, durante il viaggio intrapreso con Conad abbiamo ritrovato nelle città italiane le comunità operose, in cui i soggetti economici riconoscono nel legame sociale e in quello con il territorio un elemento di competitività», afferma il direttore del consorzio Aaster Aldo Bonomi. «Accanto a queste abbiamo riscontrato la presenza attiva di una comunità di cura, un patrimonio di soggetti organizzati che pongono la “relazione con la persona” al centro della propria attività, con particolare attenzione ai soggetti in condizioni di fragilità o vulnerabilità. Queste comunità ci danno il senso dell’Italia di oggi, proiettata verso un domani più inclusivo ed empatico, un domani in cui la persona torna a essere protagonista».