Redatte con l’Istituto Italiano Imballaggio e grazie al confronto con UNI, Confindustria, Federdistribuzione altre Associazioni di categoria, vengono ora sottoposte alle Istituzioni.
Il presidente Ruini: «Un tema che richiede soluzioni urgenti e concrete. Orgogliosi di aver messo attorno a un tavolo tutti i principali attori della filiera»
Sono finalmente pubbliche le nuove Linee Guida sull’etichettatura ambientale degli imballaggi, redatte da CONAI per provare a dare risposte all’obbligo di etichettatura in vigore dallo scorso 26 settembre, a seguito della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo 116. Una novità che lascia spazio a dubbi interpretativi e alla necessità di chiarirli in tempi rapidi. Così, a seguito di una consultazione pubblica su una prima proposta di Linee Guida (1.800 presenze all’evento di lancio, cui hanno fatto seguito più di 1.000 altri contributi via email) terminata il 30 novembre, il Consorzio Nazionale Imballaggi ha redatto un nuovo documento che ha sia l’obiettivo di favorire una lettura condivisa dei nuovi obblighi sia la volontà di fornire uno strumento di orientamento e supporto alle imprese.
Disponibili sul sito ufficiale conai.org, le nuove Linee Guida sull’etichettatura sono frutto di un confronto serrato fra tutti gli attori principali del comparto, a cominciare dall’Istituto Italiano Imballaggio per arrivare a UNI, Confindustria, Federdistribuzione e numerose Associazioni industriali, di categoria e territoriali. Un contributo fondamentale per un documento che vuole essere la risposta di un sistema al problema delle zone d’ombra e di poca chiarezza con cui l’obbligo di etichettatura ambientale degli imballaggi spaventa le aziende del nostro paese, proponendo un’interpretazione della norma condivisa. Saranno ora sottoposte alle Istituzioni, anche per portare alla loro attenzione punti sui quali si auspicano opportuni chiarimenti. Per potersi adeguare correttamente, inoltre, è già stata richiesta l’introduzione di un adeguato periodo transitorio.
Le Linee Guida, intanto, offrono già un quadro che identifica non solo le informazioni minime da riportare sull’etichetta ambientale, ma anche quelle facoltative. E lo fa anche attraverso esempi concreti che illustrano le modalità attraverso cui apporre un’etichetta ambientale a diversi tipi di pack, differenziati per destinazione d’uso (B2B e B2C) e per composizione (monocomponente o composto da più componenti separabili manualmente).
Tant’è che l’evento di presentazione del 16 dicembre ha visto la partecipazione anche di grandi attori dell’industria e della grande distribuzione italiana come CONAD, Mirato Group e Nestlè.
«Abbiamo capito da subsubito che l’attenzione delle imprese del nostro Paese stava rendendo il tema dell’etichettatura sempre più rilevante - ha affermato il presidente CONAI Luca Ruini durante il webinar che ha presentato il documento. Stiamo parlando di un obbligo che ha in parte spaventato e che ha imposto la ricerca urgente di soluzioni concrete. Siamo orgogliosi di aver messo attorno a un tavolo tutti gli attori della filiera: fornire supporto e risposte concrete alle aziende, del resto, è uno dei grandi compiti istituzionali del Consorzio».
«È stato bello vedere gli attori del comparto lavorare insieme per sciogliere i dubbi interpretativi che lascia il decreto - ha aggiunto il presidente dell'Istituto Italiano Imballaggio Anna Paola Cavanna. Questi dubbi hanno amplificato le difficoltà che le aziende italiane stanno vivendo in questi mesi. Non ho però dubbi sul fatto che, una volta a regime, l’etichettatura ambientale degli imballaggi porterà benefici sia alle imprese sia ai consumatori finali».
Per provare ad accelerare i tempi, quindi, è stato messo a punto da CONAI anche un nuovo tool online: etichetta, interamente dedicato all’etichettatura ambientale degli imballaggi, che da metà gennaio sarà a disposizione delle aziende per guidarle nell’adozione di un sistema di etichettatura omogeneo, conforme alle richieste di legge e chiaro per i consumatori finali. Creando (anche) terreno fertile per far germinare buone pratiche diffuse a livello sempre più ampio. «Gli esempi di etichette ambientali virtuose devono essere valorizzati e avere visibilità - conclude infatti Luca Ruini. Possono ispirare e guidare tutte le aziende del nostro sistema Paese, soprattutto quelle di dimensioni piccole e medie: cercheremo di identificarli e di promuoverli. È una vera e propria call to action: ci stiamo lavorando con entusiasmo sempre crescente. Non ho dubbi che porterà i frutti che tutti aspettiamo».
«Abbiamo previsto nella Linea Guida anche box di approfondimento sulle tematiche tecniche più rilevanti e sviluppato FAQ che sono già disponibili su conai.org - gli fa eco la Responsabile dell’Area Prevenzione CONAI Simona Fontana. E non intendiamo fermarci qui. L’obiettivo è quello di fornire strumenti alle imprese per supportarle concretamente. Il tutto nel rispetto dei diversi ruoli istituzionali che vedono CONAI come interlocutore e mediatore privilegiato tra Istituzioni e mondo imprenditoriale sulle tematiche della sostenibilità degli imballaggi».