EURIBOR e inflazione sono due fattori strettamente collegati fra loro e hanno una notevole influenza sul mercato dei mutui casa. L’EURIBOR (acronimo di Euro Interbank Offered Rate, ovvero Tasso Interbancario di Offerta in Euro) è il tasso medio al quale banche europee si prestano il denaro sul mercato interbancario. È un indice usato per stabilire il costo del denaro nel breve e nel medio termine e come riferimento per diversi strumenti finanziari, ivi compresi i mutui a tasso variabile.
In linea di massima, quando l’inflazione sale, si ha un rialzo dell’EURIBOR, mentre se l’inflazione scende, avverrà il contrario.
Conoscere i meccanismi dell’EURIBOR, ma soprattutto le previsioni al riguardo, è importante per chi sta considerando la possibilità di scegliere un mutuo a tasso variabile per acquistare una casa o ristrutturarla.
Il tasso variabile dei mutui
Un mutuo a tasso variabile si caratterizza per il fatto che il tasso del mutuo segue l’andamento del mercato dei mutui, in particolare l’EURIBOR. Se l’EURIBOR sale, anche il tasso del mutuo salirà e, di conseguenza, la rata del finanziamento sarà più alta. Viceversa, con l’EURIBOR in discesa, il tasso cala e la rata da pagare sarà meno onerosa.
È opportuno precisare che non esiste un solo EURIBOR, si distinguono infatti varie quotazioni: a una settimana (1W), a un mese (1M), a tre mesi (3M), a sei mesi (6M) e a un anno (12M).
Nel caso dei mutui casa, il tasso variabile deriva dalla somma della quotazione EURIBOR (le più usate sono quelle a 1M, 3M e 6M) e di un margine fisso, detto spread, deciso dalla banca.
Supponiamo che, per un mutuo a tasso variabile, la banca utilizzi il tasso EURIBOR 1M e applichi uno spread pari a 1,60%: se l’EURIBOR 1M è pari a 1,90%, il tasso del mutuo sarà 3,50%.
Quali sono le previsioni per i mutui a tasso variabile?
I dati presentati al 33° Forum di Scenari Immobiliari* parlano di un mercato immobiliare in notevole crescita. È quindi ragionevole ipotizzare che crescerà la domanda di mutui, in particolare quelli “green”, dedicati cioè agli immobili che si trovano in classe A o B (ovvero ad alta efficienza energetica).
Premesso che è impossibile avere certezze assolute sull’andamento dei mutui nella parte finale dell’anno 2025 e nel 2026, le previsioni sono quelle di un’ulteriore discesa del tasso EURIBOR, con conseguente calo dei tassi relativi ai mutui a tasso variabile.
Attualmente, quindi, gli scenari futuri per chi ha scelto o intende scegliere un mutuo a tasso variabile risultano positivi.
A prescindere da ciò, secondo uno studio di MutuiOnline.it**, relativo al terzo trimestre 2025, gli italiani continuano a preferire i mutui a tasso fisso (oltre il 90% dei richiedenti opta per questa soluzione).
Ci sono alternative ai classici mutui a tasso fisso e variabile?
Il mercato dei mutui è piuttosto variegato e non si limita alle tradizionali soluzioni “tasso fisso” e “tasso variabile”.
Esistono anche mutui a tasso variabile con CAP, una proposta a tasso variabile, ma con una soglia che non può essere superata.
Esistono anche soluzioni a tassi agevolati, per esempio i mutui a tasso fisso con assicurazione, pensati per coloro che intendono acquistare una casa, sottoscrivendo una garanzia assicurativa sul finanziamento.
Esistono anche le proposte per under 36 con garanzia del Fondo Prima Casa.
È quindi sempre opportuno valutare con la dovuta attenzione tutte le proposte sul mercato, così da selezionare quella più adeguata alle proprie esigenze.
* Fonte: Scenari Immobiliari (“2026: anno boom per l’immobiliare dopo un 2025 che chiude bene”).
** MutuiOnline.it: (“Mutui: cresce la convenienza del variabile, ma gli italiani preferiscono il fisso”).